Ho sempre sognato di creare il mio personale mare: sin da bambino faticavo ad uscirne, e – ad oggi – è ancora parte imprescindibile di me, del mio vissuto.

Ho sempre sognato di creare il mio personale mare: sin da bambino faticavo ad uscirne, e – ad oggi – è ancora parte imprescindibile di me, del mio vissuto.
Quando le prime volte misi piede nella bottega di Massimo Catalani ero immerso nel suo progetto “World of Atlantis”, quadri sulle balene, capodogli e altri abitanti del mare. Si spegnavano le luci e venivi catapultato negli abissi del mare, rimanendone affascinato.
Ho, così, deciso di gettare le basi per il mio mare, il nostro mare, dove le acciughe – elevate ad esempio, ma considerate alla stregua di ogni altro essere marino – diventano nostre amiche, compagne con le quali fare un bagno. Vorrei trasmettere questo amore per il mare in modo semplice, invitando il prossimo a cogliere la bellezza di questo ecosistema, a preservarlo, tramite quello che ritengo essere un messaggio di amore e di rispetto.
Le acciughe si illuminano al buio grazie ad un sale fotoluminescente che ho utilizzato insieme al marmo di Carrara e alle sabbie siciliane.

I have always dreamed of creating my own sea: since I was a child I struggled to get out of it, and – to this day – it is still an essential part of me, of my life.
When I first set foot in the workshop of Massimo Catalan I was immersed in his project “World of Atlantis”, pictures on whales and other inhabitants of the sea. The lights went out and you were catapulted into the abyss of the sea, being fascinated.
So I decided to start creating my own sea, our sea, where anchovies – raised for example, but considered like any other marine being – become our friends, companions with whom to take a bath. I would like to convey this love of the sea in a simple way, inviting others to grasp the beauty of this ecosystem, to preserve it, through what I consider to be a message of love and respect.
The anchovies glow in the dark thanks to a photoluminescent salt that I used together with the Carrara’s marble and sands from sicilian beaches.

“Nico Orengo nel sul “Salto dell’Acciuga” ci racconta di un mondo arcaico incardinato sul nostro pesciolino. In barile e sotto sale, su dei carretti leggerissimi, saltava l’Appennino e le sue dogane per portare il prezioso carico in pianura padana. E tutti pensiamo che si tratti di proteine, vitamine e omega3. Non è solo così. In tutta questa storia della “Engraulis encrasicolus” c’è del losco ed è nel monopolio che aveva il sale, tassato da tutti i gabellieri di una Italia spezzettata, ed evaso da tutti gli acciugai. Così è nata la Bagna Cauda piemontese e la simpatia per il più umile dei pesci, il più buono, quello che per me è alice, perché sono nell’etimo latino.
Enrico Spadaro nel suo “Andiamo tutti al mare con le acciughe” ci racconta di un mondo moderno, che ha capito che il mare sta finendo, così costruisce pesci e senso, si unisce ad altri umani e li riporta al mare.”
Massimo Catalani